Hai mai sentito parlare dell’algoritmo di LinkedIn? Sai cos’è e come funziona?
Anche LinkedIn, come tutte le piattaforme social e Google, è governato da un algoritmo, croce e delizia di tutti i content creators, forza nascosta che può diventare un prezioso alleato o un nemico da combattere quando si pubblicano contenuti su profili o pagine.
In questo articolo, scopriamo insieme cos’è e come funziona l’algoritmo di LinkedIn
Indice dei contenuti
Cos’è l’algoritmo di LinkedIn
L’algoritmo è un insieme di regole e pratiche matematiche, applicate da un’intelligenza artificiale ai canali social per gestire la visualizzazione dei contenuti più idonei alle preferenze degli utenti.
In pratica, l’algoritmo è una sorta di “motore” che promuove i contenuti più utili e interessanti al newsfeed degli utenti, premiando quei post che ricevono più attenzione, interazioni e coinvolgimento da parte del pubblico.
L’obiettivo dell’algoritmo è quello di dare rilevanza ai contenuti, ovvero mostrare agli utenti ciò che interessa loro maggiormente.
Esiste anche un lato più “oscuro” degli algoritmi social, forse ne hai sentito parlare riguardo al famoso documentario distribuito da Netflix “The social dilemma”. È la necessità di far spendere più tempo agli utenti sulla piattaforma consumando più contenuti, con il fine di fare più profitti.
In ogni caso, vediamo meglio come funziona l’algoritmo su LinkedIn, ricordandoci che LinkedIn, come tutte le piattaforme, non rivela mai troppi dettagli al riguardo, e continua a cambiare i meccanismi di intelligenza artificiale.
Quello che spieghiamo nelle righe seguenti è un mix tra quanto LinkedIn ha rivelato, quanto abbiamo sperimentato direttamente e quanto abbiamo letto da sperimentazioni e statistiche di altri esperti
Come funziona l’algoritmo di LinkedIn
I post che si pubblicano su LinkedIn non vengono mostrati a tutti i collegamenti o follower indistintamente, ma a segmenti precisi di utenti collegati in quel momento o a chi in passato ha già interagito con noi.
Appena si pubblica un contenuto, infatti, entra subito in gioco l’algoritmo per “controllare” la qualità formale e la sostanza del post, al fine di valutarlo per capire a quale tipologia di utenti mostrarlo in prima battuta.
Un primo filtro anti-spam dell’algoritmo (Content Quality Scoring) esamina il contenuto del post per capire se classificarlo come:
- spam
- post di bassa qualità
- buon post
È in questa fase, ad esempio, che LinkedIn può decidere di penalizzare un post che contiene un link esterno sospetto, o un numero eccessivo di menzioni o di hashtag, o menziona parole collegate a incitamento all’odio o altri temi da moderare.
La prima copertura
In base a questo primissimo punteggio, LinkedIn stabilisce la copertura del post, ovvero quante volte mostrare il contenuto nel newsfeed degli utenti, in base alla bontà e rilevanza dello stesso.
L’algoritmo, attraverso un’intelligenza artificiale, seleziona a monte i profili a cui mostrare il post in base:
- alla coerenza del contenuto rispetto al posizionamento dell’utente che pubblica su LinkedIn (parole chiave usate nel profilo/pagina)
- agli interessi degli utenti
- alla pertinenza del contenuto rispetto alle preferenze del pubblico
- alla quantità e qualità delle precedenti interazioni con l’autore del post
Come per gli altri social, la copertura migliore viene offerta ai contenuti degli utenti che sono più attivi su LinkedIn, che godono di una buona reputazione e che ricevono frequenti interazioni.
L’analisi dei primi lettori
A questo punto, quante più persone si soffermano sul post, interagiscono, lo commentano e lo condividono nei minuti successivi alla pubblicazione, tanto più quel contenuto sarà valutato da LinkedIn come rilevante e di qualità per la community.
E per questo sarà premiato e mostrato ad un numero sempre maggiore di utenti, entrando in un loop virtuoso che ne accelera le visualizzazioni e le performance.
Al contrario, se il contenuto viene ignorato dagli utenti o addirittura segnalato come inappropriato, LinkedIn penalizzerà il post limitandone le visualizzazioni o, nel peggiore dei casi, rimuovendo.
Caratteristiche di un post di valore
Ma quali caratteristiche deve avere un post affinché possa essere premiato dall’algoritmo di LinkedIn?
1.Content is the king
Il contenuto su LinkedIn vince ancora sui media.
L’obiettivo del buon comunicatore, infatti, dovrebbe essere quello di portare valore alla community e far crescere la propria reputazione, ponendosi come riferimento credibile del proprio settore. Per questo, produrre contenuti approfonditi, ricchi di valore e ben costruiti nella forma e nella formattazione, premia sempre.
2. Tempo di permanenza sulla piattaforma
Il long content form di qualità, inoltre, incide positivamente sul tempo di permanenza dell’utente sul post (e sulla piattaforma).
Questo fattore, chiamato Dwell Time, è un importantissimo indicatore di gradimento di un contenuto: più il tempo di permanenza su un post è alto, più LinkedIn valuta positivamente il contenuto.
L’algoritmo, infatti, premia tutti quei post che mantengono l’utente all’interno della piattaforma e, di contro, penalizza i contenuti con link o video che rimandano a fonti esterne, portando l’utente al di fuori di LinkedIn.
3. Coerenza tra contenuto e posizionamento di comunicazione
Se i tuoi post contengono le parole chiave presenti nel tuo profilo o pagina, sono coerenti con i tuoi interessi, le tue competenze e i contenuti coi quali interagisci, hanno più possibilità di essere mostrati nel newsfeed dei tuoi collegamenti in target.
Anche gli #hashtag sono importanti e ricoprono un ruolo strategico fondamentale per migliorare la visibilità dei tuoi contenuti.
4. Attinenza linguistica del post
Avere un seguito tutto italiano e pubblicare post in lingue straniere non ha alcun senso, perché così facendo non si intercetta il pubblico in modo corretto.
La coerenza tra la lingua dei contenuti e la lingua di sistema dell’utente è un elemento banale ma non scontato per aumentare la visibilità dei propri post nel newsfeed dei propri collegamenti e follower.
5. Momento di pubblicazione
Su Linkedin esistono orari e giorni migliori di pubblicazione per intercettare il proprio target di riferimento. Ovviamente dipendono dal bacino di utenza, ma, in accordo con la ricerca di Sproutsocial che riportiamo qui sotto, possiamo affermare che il pubblico italiano tendenzialmente presidia LinkedIn:
- nei giorni centrali della settimana
- preferibilmente la mattina prima delle 9 o intorno all’ora di pranzo
Ovviamente, siccome (punto 1) il valore e il contenuto sono sempre l’elemento più importante, spesso la pubblicazione in fasce orari o giorni diversi può funzionare rappresentando una notevole eccezione che conferma la regola.
L’importanza del network
Se possiedi un network di contatti qualificati, composto da utenti che ti seguono con attenzione, interesse e partecipazione, gioverai della loro presenza attiva su LinkedIn.
Infatti, se da un lato è importante avere una rete numerosa in termini di contatti (maggiore è il numero dei tuoi collegamenti di 1° grado e dei tuoi follower, potenzialmente maggiori potranno essere le visualizzazioni iniziali del tuo post), dall’altro è fondamentale che essi interagiscano in modo attivo, costruttivo e costante coi tuoi post su LinkedIn.
Perché se i tuoi collegamenti ritengono i tuoi post interessanti, interagiscono con una reaction (like, applausi, cuore, etc) o ancora meglio li commentano, l’algoritmo di LinkedIn attiverà un circolo virtuoso che aumenterà la visibilità del tuo contenuto in modo proporzionale all’interesse dimostrato:
- comincerà, dapprima, a tracciare le interazioni
- successivamente mostrerà il tuo contenuto nel newsfeed di altri profili che sono collegati agli utenti che hanno commentato o consigliato il tuo post.
Prova a pensarci: ti sarà sicuramente capitato di vedere nel tuo newsfeed contenuti pubblicati da utenti che non sono direttamente collegati con te ma che hanno ricevuto un consiglia o un commento da parte di collegamenti che fanno parte del tuo network. Li riconosci perché riportano la scritta “Consigliato da” o “Commentato da”.
Questo accade perché l’algoritmo è programmato per premiare e dare maggiore visibilità ai contenuti coi quali il network interagisce, soprattutto se l’interazione avviene subito dopo la pubblicazione del post ed è prolungata nel tempo (quindi continua anche nelle ore o giorni successivi).
Ecco allora spiegato perché i contenuti più apprezzati, che ricevono migliaia di like e commenti, continuano a vivere ed essere mostrati dall’algoritmo di LinkedIn nel newsfeed anche dopo molti giorni dalla loro pubblicazione, ottenendo massima visibilità.
Come usare l’algoritmo a proprio vantaggio
Se conosci il funzionamento dell’algoritmo di LinkedIn, sarà più facile per te capire come sfruttarlo a tuo vantaggio per trarne benefici effettivi.
Se ci segui, sai che l’attività su LinkedIn non può essere lasciata al caso, ma necessita di una strategia di comunicazione ben studiata, che deve tener conto di alcuni elementi fondamentali che vanno oltre l’efficacia del contenuto in sé e riguardano altri aspetti come:
- la forma e la leggibilità del contenuto
- la frequenza di pubblicazione
- la reattività del network
- la vita del post dopo la pubblicazione, ecc.
Ecco qui alcuni consigli per superare abilmente i filtri anti-spam dell’algoritmo di LinkedIn e decretare il successo dei tuoi post.
1. Studia il tuo target
Su Linkedin generalmente non si pubblicano contenuti per se stessi, ma per la propria community.
Se vuoi che i tuoi post abbiano successo, devi pubblicare contenuti interessanti per la tua community e per far questo devi conoscere il tuo target.
Guarda chi sono i tuoi follower, come si posizionano su Linkedin, cerca di capire di cosa hanno bisogno, cosa si aspettano e cosa puoi fare per loro.
Cerca di instaurare con loro un dialogo, magari attraverso la messaggistica o una nota di invito quando mandi richiesta di collegamento, o con un messaggio di benvenuto all’interno della tua community quando accetti un nuovo collegamento.
2. Pubblica contenuti di qualità
Una buona pratica è chiedersi sempre se il contenuto che vogliamo pubblicare su LinkedIn può essere di interesse per la nostra community.
Se il post può risolvere un problema, aiutare gli utenti, fornire spunti o dare suggerimenti per migliorare il proprio business, allora si tratterà di un contenuto di valore che potrà essere apprezzato dalla community.
Un buon contenuto dal punto di vista contenutistico, strutturale e formale, sicuramente supererà il primo filtro di verifica dell’algoritmo di LinkedIn che, come abbiamo visto, attraverso un’intelligenza artificiale categorizza i post come spam o contenuti di bassa o alta qualità.
A seconda della classificazione ottenuta, il post riceve una sorta di punteggio che determina il numero di visualizzazioni (quante volte viene mostrato) che riceverà nel newsfeed.
Ovviamente, l’obiettivo è quello di produrre contenuti che rientrino nella categoria del “buon post”. Una best practice è quella di trattare nei post argomenti che:
- siano in linea con le proprie competenze specifiche
- riportino #hashtag e parole chiave usate nel profilo o nella pagina aziendale
- siano coerenti con il proprio posizionamento di comunicazione.
3. La forma, oltre la sostanza
Se è vero che “content is the king” è altrettanto vero che anche l’occhio vuole la sua parte! Realizzare un post che appare bene è importante. Quindi no a muri di testo che respingono la lettura e via libera a:
- periodi brevi
- uso moderato di emoji
- uso di interlinee
- formattazione semplice
- call to action per “agganciare” il lettore
Usare poche accortezze può cambiare in modo sostanziale la percezione dei tuoi contenuti.
Uno dei punti cruciali, ad esempio, è agganciare l’attenzione degli utenti durante mentre scorrono la homepage, e per far questo contano:
- le prime 3 righe di testo, circa 200 caratteri
- il visual, che sia foto, video, documento o anteprima di link
Di conseguenza presta sempre molta attenzione a questi due elementi per aumentare le possibilità di attirare l’attenzione di più persone.
4. Sii attivo e costante su LinkedIn
Se è vero che è strategico pubblicare quando si hanno contenuti effettivamente utili e interessanti da condividere, è altrettanto dimostrato che profili o pagine che pubblicano su LinkedIn con una certa costanza ottengono migliori performance di chi ha un’attività sporadica e scostante.
Questo perché l’algoritmo di LinkedIn premia l’attività su LinkedIn valutando:
- quanti post vengono pubblicati settimanalmente
- quanti collegamenti nuovi si aggiungono ogni settimana
- il tasso di accettazione di ogni collegamento
Quindi, se sei un utente attivo su LinkedIn con un ampio network hai più possibilità che il tuo post venga mostrato con maggior frequenza nel newsfeed della community.
Attenzione però a non abusare del principio di “ frequenza” e ricordati che, come si suol dire, “il troppo stroppia”: non pensare che pubblicare contenuti tutti i giorni, o più contenuti al giorno, migliorino le visualizzazioni dei tuoi post.
Al contrario, LinkedIn valuta come spam un’attività eccessiva e quindi penalizza i post che vengono pubblicati con troppa frequenza.
Un buon compromesso è quello di postare 2-3 contenuti di valore a settimana, nei giorni e orari in cui il tuo pubblico è presente sulla piattaforma.
Se ti stai chiedendo come fare a sapere quando il tuo pubblico è online la risposta è quella di testare! Testa giorni e orari di pubblicazione differenti e vedi come vanno i tuoi post.
5. Coltiva le relazioni
Come abbiamo detto, possedere un network attivo è uno dei passi fondamentali per il successo dei tuoi post.
Ma le relazioni vanno coltivate, sempre.
Soprattutto su LinkedIn, piattaforma professionale per eccellenza, nata con l’obiettivo di connettere professionisti per aumentarne produttività e successo.
Ecco quindi che diventa indispensabile cercare di stimolare il dialogo, il confronto e l’engagement grazie alla condivisione di contenuti che possano offrire spunti di discussione costruttiva all’interno della community,
Il lavoro del buon content creator, infatti, non si dovrebbe fermare all’ideazione e pubblicazione dei post su LinkedIn, ma dovrebbe continuare anche nel momento successivo al lancio per fare in modo che i contenuti condivisi possano ricevere più attenzione possibile da parte del pubblico.
Buona prassi è occuparsi della vita dei propri post dopo la pubblicazione: condividerli con altri utenti, mandarli a liste, promuoverli attraverso altri canali (social, newsletter, etc), rispondere ai commenti e tenere viva una discussione costruttiva attorno agli argomenti pubblicati.
Ricordati sempre che la creazione di un network interessato e attivo dovrebbe essere uno dei pilastri portanti della tua strategia di comunicazione su LinkedIn.
Ora che hai capito come funziona l’algoritmo di LinkedIn e che non basta condividere ogni tanto spunti interessanti per avere successo, ripensa alla tua strategia di comunicazione, studia il tuo pubblico e coltiva le relazioni. Vedrai che con poche accortezze, e tanta costanza, i risultati non tarderanno ad arrivare.