Corsi e consulenze per usare
LinkedIn efficacemente.

Cosa sapere sull’algoritmo di LinkedIn per chi crea contenuti nel 2024?

L’algoritmo di LinkedIn come sappiamo è sempre in continua trasformazione: cercare di comprenderlo e fare determinate azioni per averlo dalla nostra parte è fondamentale per una corretta strategia su LinkedIn.

Abbiamo analizzato un’importante ricerca su LinkedIn e queste sono le principali informazioni lato contenuti.

Prima di partire: premesse sulla ricerca

Copertina della ricerca sull'algoritmo di LinkedIn

La ricerca è creata da Just Connect che a febbraio ha presentato la quinta edizione dell’ “Algorithm Insights 2024“.

Quest’anno è stata stretta una partnership anche con AuthoredUp, che ha permesso di arrivare ad un volume di analisi sui contenuti mai raggiunto negli anni precedenti.

L’edizione 2024 comprende un’analisi di oltre 1,5 milioni di post, di 34.000 profili individuali e oltre 26.000 pagine aziendali, in oltre 50 paesi e 25 lingue.

ll contenuto di questa pubblicazione, intitolato The Algorithm Report, è di esclusiva responsabilità di Just Connecting e non è affiliato, approvato da o in alcun modo ufficialmente collegato a LinkedIn Corporation o ad alcuna delle sue controllate o affiliate.

Panoramica generale sui contenuti

Con l’espressione “Golden Hour” ci si riferisce alla prima ora dopo la pubblicazione del contenuto in cui l’algoritmo analizza attentamente il nostro post, comprese le reazioni degli altri utenti.

È quindi una fase cruciale, dove viene determinata una buona fetta della sorte del nostro post.


Questi 60 minuti sono quindi fondamentali, ma è bene sapere che LinkedIn incoraggia una continuazione delle interazioni piuttosto che un approccio “post e ghost”.

Questo perché l’obiettivo di ogni social è incoraggiare gli utenti a rimanere all’interno della piattaforma per più tempo possibile.

Dalla ricerca infatti emerge che:

  • Dopo la pubblicazione è consigliato interagire con 5-10 post delle proprie connessioni per aumentare potenzialmente la portata del tuo post.

    Inoltre, un’azione interessante che potrebbe far crescere l’engagement e la visibilità dei nostri contenuti, è la condivisione del nostro stesso post il secondo giorno, che può aumentare l’engagement del 20%. (Mettere mi piace ai propri post tuttavia non ha nessun effetto significativo)

Se da un lato LinkedIn ci vorrebbe costantemente connessi e pronti ad interagire, dall’altro è chiaro che ciò non è praticabile, soprattutto nel lungo periodo.

Un consiglio quindi è quello di fissare brevi slot (10-15 minuti) durante la giornata da dedicare alle interazione su LinkedIn, in modo da non perdere il ritmo e far raggiungere ai nostri contenuti la massima visibilità.

In questo modo riusciremo a portare avanti una corretta strategia di personal branding.

Slide della ricerca che mostra preziosi insight su come pubblicare i contenuti su LinkedIn per avere l'algoritmo a nostro favore

Collegamenti vs followers: chi vedrà di più i tuoi post su LinkedIn?

In un’intervista con Daniel Roth, vice presidente di LinkedIn, è emerso che l’algoritmo favorisce i follower piuttosto che le connessioni in termini di portata dei contenuti.

Un post verrà visto da circa il 10-15% dei tuoi collegamenti: tuttavia, fino al 25-30% dei tuoi follower potrebbe vederlo, sottolineando l’importanza di costruire una buona base di follower. (Scopri diversi metodi su come aumentarli!)

Ma è comunque probabile che circa il 40% delle visualizzazioni dei tuoi post provenga da connessioni di secondo e terzo grado, quindi potenziali nuove connessioni e follower.

Hashtag su LinkedIn: inserirli o no?

Implementati in ritardo rispetto ad altri social, nel corso del tempo LinkedIn ha ufficialmente comunicato che inserirli in numero limitato (3-5) può essere utile.

Ma vediamo nel dettaglio cosa suggerisce la ricerca:

  • la presenza di hashtag nei post non aumenta in modo significativo la copertura, con 4 hashtag che forniscono un modesto aumento del 9% della copertura media.
  • LinkedIn mantiene un database di hashtag associati, il che significa che un hashtag come #SocialSelling ti esporrà anche a contenuti correlati, come #Sales.

    È un dettaglio importante da tenere a mente, perché fa capire come i nostri post contenenti hashtag potrebbero essere trovati.
  • Il posizionamento degli hashtag all’interno del contenuto – a metà testo o alla fine, in una linea verticale o orizzontale – non ha alcun impatto percepibile sull’engagement.

    Questo ci fa capire che inserire hashtag all’interno del testo sia solo una questione di estetica, ma a livello di algoritmo non fa alcuna differenza.

    In generale, dalla ricerca si comprende come non siano un elemento fondamentale in grado di dare davvero un’incremento di visibilità ai nostri contenuti.

    Se utilizzati, bisogna assicurarsi che vengano cercati e inseriti nel modo corretto!
Slide della ricerca che mostra come utilizzare gli hashtag su LinkedIn e come vengono visti dall'algoritmo

Commenti: come utilizzarli in modo strategico

Ormai è risaputo da tempo come i commenti su LinkedIn rivestano un ruolo strategico e come siano in grado di dare un boost importante in termini di visibilità ed interazioni.

Ecco cosa è emerso dalla ricerca per quanto riguarda l’impatto dei commenti e dei tempi strategici per le interazioni.

  • Avviare la conversazione commentando il proprio post può incoraggiare ulteriori discussioni.
  • Le finestre principali per commentare il tuo post sono entro la prima ora dalla pubblicazione, poi tra 6-8 ore e infine dopo 24 ore. Questi intervalli specifici possono portare a un aumento della copertura totale, a volte fino al 25%.
  • Per massimizzare lo slancio del tuo post, cerca di rispondere a tutti i commenti ricevuti entro la prima ora dalla pubblicazione. Ciò può portare ad un notevole aumento del 40% della visibilità post-pubblicazione.

    Ciò ci fa capire che una volta pubblicato il post non bisogna dimenticarsene: essere reattivi nei commenti può fare davvero la differenza!
  • La lunghezza dei commenti è importante: i commenti che superano le 15 parole hanno un impatto doppio rispetto ai commenti più brevi.

    In altre parole, non possiamo ingannare LinkedIn: l’impegno e il valore che diamo con i commenti ripagano sempre, anche a livello di algoritmo.

Come utilizzarli? Entriamo nel dettaglio

I commenti su LinkedIn sono visti come l’apice del coinvolgimento da parte dell’algoritmo della piattaforma.

Possono inoltre essere un’ottima alternativa per tutti coloro che non vogliono creare contenuti, ma sono interessati comunque a condividere la loro opinione.

Vediamo qualche spunto su che tipo di commenti creare:

  • Arricchisci un post condividendo la tua visione e il tuo punto di vista in base alle competenze che possiedi.
  • Utilizza i commenti per dare vita ad un dialogo, coinvolgendo altri utenti.
  • Celebrare i successi: riconoscere e lodare i risultati o le intuizioni condivise nel post. I commenti celebrativi spesso evocano risposte positive e possono aumentare il calore delle interazioni.

    Questi consigli mettono in luce un aspetto importante riguardo i commenti, ovvero che preferibilmente devono essere aperti e portare altri utenti a condividere la loro opinione rispetto alla nostra.
Slide della ricerca che da delle indicazioni su come creare i commenti su LinkedIn in modo che vengano promossi dall'algoritmo

Intelligenza artificiale su LinkedIn: per l’algoritmo conviene usarla?

LinkedIn ha abbracciato in modo significativo le tecnologie AI, integrando le funzionalità di ChatGPT e altri strumenti.

Ciò ha portato allo sviluppo di diverse funzionalità innovative. Vediamo se e come possono essere utilizzate:

  • I contenuti generati dall’intelligenza artificiale subiscono un calo del 30% nella copertura, una diminuzione del 55% nel coinvolgimento e una percentuale di clic inferiore del 60% rispetto al contenuto originale (!).

Ciò fa capire che, in generale, pubblicare contenuti creati totalmente dall’intelligenza artificiale non è una buona strategia.

  • Gli hook comuni generati dall’intelligenza artificiale vengono ora utilizzati 16 volte più frequentemente, diminuendo l’unicità dei contenuti. Lo stesso vale per i Post Ending (noti anche come CTA) utilizzati 11 volte più frequentemente.

    È evidente che un utilizzo massiccio dell’IA porta ad un appiattimento della qualità dei contenuti: se vogliamo emergere, non è questa la strada da seguire.
  • Le immagini generate dall’intelligenza artificiale ricevono fino al 70% di clic in meno.
  • I commenti generati dall’intelligenza artificiale comportano una risposta 4,2 volte inferiore da parte dell’autore e un coinvolgimento fino a 5 volte inferiore in generale (commenti indiretti)

Questi ultimi insight confermano che utilizzare l’intelligenza artificiale per la creazione dei contenuti non è una buona scelta.

Ma è davvero così?

L’utilizzo di strumenti che ci aiutino a trovare nuove idee e strutture per la scrittura dei nostri contenuti è sicuramente una scelta intelligente e ottimale, in quanto ci stimola in fase creativa e ci fa risparmiare tempo in fase di creazione del contenuto.

Ciò che non va fatto è delegare completamente a questi strumenti la creazione dei nostri contenuti: questo potrebbe farci risparmiare molto tempo, ma nel lungo periodo non ci porterà a nessun beneficio.

Slide della ricerca che mostra come lintelligenza artificiale viene vista dall'algoritmo di LinkedIn (lato contenuti)

Conclusione

Abbiamo visto diverse indicazioni e consigli su come l’algoritmo di LinkedIn potrebbe comportarsi quando deve dare visibilità ai nostri contenuti ed al nostro profilo.

Il riassunto di tutto ciò che è emerso è che LinkedIn premia sempre di più chi dedica tempo e impegno alla piattaforma, creando contenuti e commenti di valore che sappiano emergere dalla massa.

Se ci pensiamo sono anche semplici logiche di business, come specificato nell’introduzione.

Piuttosto che dedicare tempo ed energie a inseguire soltanto numeri e metriche sempre più grandi, è meglio trovare il nostro ritmo personale sostenibile nel tempo, capace di garantire uno standard di qualità alle nostre pubblicazione.


Ti interessa LinkedIn e vuoi scoprire come funziona e come utilizzarlo al meglio? Seguici sulla nostra pagina, troverai contenuti sempre aggiornati!

Michele Vignotto
Michele Vignotto
Michele è Digital Marketing Specialist e negli anni si è occupato della gestione di canali social. Dopo aver cominciato ad utilizzare LinkedIn, ha deciso di specializzarsi nella gestione di pagine e profili su questo canale.

Articoli recenti

Lingue LinkedIn: disponibile in 36 lingue

Spesso nel business si parla quasi sempre inglese, ma quanto può essere più comodo utilizzare un sito che parla la propria lingua? A quante...

Sospensione account LinkedIn: cosa fare se non puoi più inviare richieste di collegamento

Ti è mai capitato di non poter più inviare richieste di collegamento su LinkedIn (a meno che tu non conosca l'indirizzo email della persona)?...

Menzioni LinkedIn: come taggare qualcuno in un post nel 2024

La funzione di menzione nasce per aumentare le interazione e le conversazioni tra i membri di LinkedIn e rendere lo strumento di aggiornamento degli stati ancora più...

Seguici

Post correlati

spot_img

 Guida gratuita al
 personal branding
 su LinkedIn®

 Scopri i 5 errori comuni e
 i 5 consigli pratici
 scritti per te da Alessandro Gini

 
close-link
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.