E’ sicuramente capitato a tutti di chiedersi se accettare o meno le richieste di collegamento su LinkedIn provenienti anche da persone che non conosciamo.
In questo articolo vediamo quali sono le policy da seguire per costruire una rete di contatti di qualità con collegamenti interessanti e potenzialmente utili.
Indice dei contenuti
Come gestire le richieste di collegamento su LinkedIn
Per aumentare la rete di contatti si devono accettare tutte le richieste di collegamento su LinkedIn?
L’esperienza ci ha insegnato che dipende dalla condizioni, ma può essere sicuramente un errore accettare tutti indiscriminatamente.
Il punto essenziale è che su LinkedIn non vogliamo solo aumentare il numero dei collegamenti per questioni di status o altro, ma vogliamo creare delle relazioni con altri professionisti.
Per questo la qualità della rete è essenziale, ma occorre anche considerare altri 2 aspetti.
1 – Il numero critico
La quantità in qualche modo conta, infatti per sfruttare al meglio le funzioni di LinkedIn e avere un buon posizionamento sappiamo che empiricamente occorre avere almeno 200/300 connessioni di 1° grado.
Non li vogliamo a qualunque condizioni, ma è un numero da considerare.
Su LinkedIn inoltre 500 collegamenti rappresenta uno status: infatti dopo questo numero nella parte alta del profilo viene mostrata, anziché il numero esatto dei collegamenti l
2 – Il valore della rete indiretta
Talvolta su LinkedIn un collegamento interessa anche in quanto snodo, ponte verso una rete più ampia. Infatti ogni volta che ci si collega con una nuova persona gli altri suoi collegamenti diventano per noi membri di 2° grado (e viceversa).
Per le dinamiche di ricerca e di diffusione dei contenuti di LinkedIn questo bacino dei collegamenti di 2° grado rappresenta la sfera di influenza, quella in cui si riesce ad operare, ed è bene quindi che anche questa sia ampia e di qualità. Da qui la visione dei collegamenti come ponte.
Chi fa del networking il proprio mestiere sa bene quanto sia fondamentale gestire con attenzione e cura le richieste di collegamento su LinkedIn e conosce le potenzialità dei collegamenti di 2° livello.
Spesso, infatti, è proprio grazie ai nostri collegamenti indiretti che possono nascere grandissime e inaspettate opportunità di business.
La definizione di una policy personale
Visti questi due punti campiamo quindi che può essere strategico costruire una rete “a maglie larghe”, anche considerando che il legame tra membri di LinkedIn è quello che si definisce “legame debole”: si condividono informazioni poco riservate.
Come dicono alcuni: sono più i potenziali vantaggi che i possibili svantaggi portati da un nuovo collegamento.
Ora, per dare un senso alla costruzione della rete possiamo definire una policy personale da utilizzare per studiare il profilo in cerca di spunti per decidere se accettare o meno il collegamento.
Definisci i tuoi sicuramente sì
Qui dovrebbero stare tutte le persone che già conosci o che anche se non conosci potrebbero essere direttamente utili al raggiungimento dei tuoi obiettivi su LinkedIn.
Quindi chiediti:
- conosco la persona che mi ha chiesto il collegamento?
- vorrei entrarci in contatto per sviluppare il mio business e la mia professionalità?
- sarebbe utile prima o poi averla tra i miei contatti?
- abbiamo collegamenti o esperienze in comune?
Se valutiamo che possano esserci uno o più motivi validi per entrare in contatto con un nuovo utente, non facciamoci troppi problemi e colleghiamoci subito. Si farà sempre in tempo nel caso a rimuovere il collegamento
Definisci i tuoi sicuramente no
Qui dovrebbero stare tutti i profili che possono sembrare finti o senza alcun interesse, con cui non si avrebbe nulla da condividere e che probabilmente non sono nemmeno collegati con altri professionisti interessanti.
Quindi chiediti:
- questo profilo sembra finto, creato apposta per fare spam o phising?
- proviene da una zona geograficamente remota e non collegata al mio business?
- lavora in un settore o ha una funzione che non può essere nemmeno lontanamente interessante per me né ora né in futuro?
Che dire dei concorrenti?
E’ sempre utile valutare il contesto e analizzare l’attività dei vostri competitor per capire qual è l’obiettivo di avervi tra i loro contatti: potrebbero chiedervi il collegamento solo per attingere alla vostra rete e vedere come vi muovete verso i clienti, oppure per ragioni ben diverse. Non è un raro che tra professionisti che si rispettano e che hanno il medesimo target e in medesimi obiettivi possa nascere una proficua collaborazione su qualche tipo di progetto.
Ricorda che in ogni caso potrai nascondere la tua rete di contatti agli altri tuoi contatti, per proteggere la privacy.
In tutti gli altri casi fatti la domanda chiave: questa persona potrebbe essere collegata con qualcuno che potrebbe interessarmi? Potrebbe quindi far espandere la mia rete indiretta in una direzione interessante?
Chi invitare a collegarsi?
Cambiando punto di vista potremmo chiederci: a chi inviare richieste di collegamento su LinkedIn?
Dal mio punto di vista la rete di LinkedIn dovrebbe crescere rispecchiando la propria rubrica di contatti, per cui non dovrebbero mancare gli inviti a:
- colleghi ed ex colleghi
- prospect, clienti, ex clienti
- collaboratori e fornitori
- tutte le conoscenze lavorative che abbiano affinità di qualche tipo con noi
Ricordiamoci sempre che è fondamentale mandare insieme all’invito un breve messaggio di presentazione o del perché vogliamo aggiungere l’utente alla nostra rete. Un breve testo di accompagnamento alla richiesta sarà sufficiente e darà l’impressione che si sta facendo una scelta ragionata e non una serie di “richieste a pioggia”.
E tu, come gestisci le richieste di collegamento su LinkedIn?