In questo articolo, vi voglio raccontare un esperimento che ho fatto ormai tanto tempo fa, ma che resta ancora assolutamente valido e attuale, per spiegarvi le differenze di utilizzo tra LinkedIn Premium e LinkedIn Free.
La curiosità è sempre tanta: avere l’abbonamento fa davvero tanta differenza? Quando cambia con o senza? Una volta iniziato ad usarlo non se ne può più fare a meno? Ecco tutta la verità, siete pronti? Si comincia!
Nota bene: in questo articolo mi riferisco ai costi del 2017, che ora nel 2021 sono più che raddoppiati!
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Perché ho deciso di abbandonare LinkedIn Premium
Era il 2017 e avevo deciso di abbandonare (temporaneamente) LinkedIn Premium
Il 1° di marzo 2017 ho pubblicato su LinkedIn l’annuncio che avrai fatto un esperimento: dopo anni passati con l’account LinkedIn Premium, sarei tornato ad essere un semplice utente gratuito per almeno 30 giorni per testarne i limiti.
Quell’annuncio ha raccolto molto interesse, ho scoperto che tante persone si chiedono se ha senso avere un account a pagamento e cosa cambia realmente (al di là dell’elenco delle caratteristiche degli abbonamenti Premium).
Perché ho deciso di fare questo test, abbandonando LinkedIn Premium?
In parte la risposta, come potete immaginare ce l’avevo già, ma 2 motivi mi hanno spinto ad entrare in questo personale “reality show”.
- LinkedIn ha cambiato di recente il layout, eliminando anche alcune funzioni per gli abbonamenti LinkedIn Premium, i cui costi sono cresciuti esponenzialmente. Se fino a poco più di un anno fa si poteva essere Premium con poco più di 20€ al mese, oggi non basta il doppio!
- Volevo trovarmici dentro e capire anche come, eventualmente, aggirare alcuni limiti derivanti dall’essere un utente gratuito.
Faccio subito lo spoiler e poi passiamo ai dettagli: nei 31 giorni del mese di marzo ho sentito raramente la mancanza delle funzioni Premium e ad oggi, 12 aprile, sono ancora un utente free.
Ma ciò non significa che questa sia la scelta giusta per tutti…andiamo per gradi.
La prima settimana senza LinkedIn Premium
I primi giorni sono stati un po’ strani perché si notano subito piccole differenze, piccoli dettagli, nel layout di alcune funzioni: sui profili, nella ricerca, nell’elenco di chi ha visitato il profilo (ci torniamo fra poco).
Ma tutto sommato niente di stravolgente anche perché, e qui c’è un primo punto importante, le differenze da mobile tra Premium e Free sono piuttosto contenute, e io utilizzo sempre più spesso LinkedIn da mobile come la media degli utenti nel mondo (60% del traffico di LinkedIn è su smartphone).
La coincidenza ha voluto che nei primi giorni di marzo fossi in viaggio e accedessi quasi solo da mobile, quindi nessun trauma, nessuna particolare mancanza.
Le settimane centrali senza LinkedIn Premium
Nel proseguire del mese, c’è stata una mancanza che ho sentito forte: la possibilità di accedere alle informazioni complete su chi ha visitato il mio profilo.
Con il profilo free, infatti, si possono vedere solo le ultime 5 persone che, per chi come me ha una media di 10/15 visite al giorno, è poco. Dovrei quindi accedere a questa sezione più volte al giorno.
Perché è così importante per me questo elenco?
Perché io seguo una strategia di inbound marketing, che in sintesi sta sotto questo concetto:
- fai in modo che gli utenti si interessino a te, distribuendo contenuti di qualità
- interagisci con chi si manifesta con una visita, una richiesta di collegamento o interagendo con i contenuti.
Quindi, dopo un paio di settimane, mi sono sentito stretto nell’account free solo per questa funzione, a cui tutto sommato ho potuto porre rimedio.
La fine del mese senza LinkedIn Premium
Chi come me non fa molto outbound (ricerca costante e accrescimento push della rete LinkedIn), non utilizza tantissimo la ricerca avanzata, che però resta pur sempre uno degli strumenti più utili e interessanti di LinkedIn. Tanto è vero che con l’account free c’è un limite di utilizzo dello strumento di ricerca.
LinkedIn (furbo!), non dice qual è di preciso il limite, ma fa comparire un avviso terroristico “stai per raggiungere il limite di utilizzo commerciale“. A me è comparso il 29 marzo e conteggiando – a spanne – l’utilizzo che ho fatto degli strumenti di ricerca, direi che posso aver fatto non più di 15 ricerche fino a quella data. Ma si accettano suggerimenti e casistiche con una misurazione più precisa.
Certo, se fossi arrivato al limite il 15 del mese (che per la cronaca tra il 29 e il 31 non ho poi raggiunto), forse avrei dovuto forzatamente tornare LinkedIn Premium. Ma no, LinkedIn, non è un suggerimento per abbassare la soglia!
Di cosa non ho sentito la mancanza?
Per come lavoro abitualmente io, che su LinkedIn fondamentalmente ci campo, faccio un utilizzo molto molto limitato delle InMail, di cui infatti non ho sentito ancora la mancanza. Idem per gli insight sulle aziende.
Una funzione di cui avrei potuto sentire la mancanza sarebbe stato LinkedIn Learning, ovvero l’accesso ai video corsi on-demand di Lynda.com, corsi di altissima qualità e con una piattaforma di erogazione eccezionale. Io amo questi corsi, ma a marzo sono stato troppo occupato anche solo per pensare di seguirne uno. Già so che in queste settimane Learning mi mancherà di più! (Comunque alcuni sono accessibili anche gratuitamente.)
Ma di quale LinkedIn Premium stiamo parlando?
In questo articolo, ogni volta che fino ad ora mi sono riferito a Premium ho fatto riferimento al “generico” Business, che rappresenta la scelta di molti utenti a pagamento perché non è orientato ad obiettivo specifico – ricerca di lavoro, vendite o selezione del personale – come gli altri abbonamenti.
Nell’abbonamento Business sono incluse le funzionalità che ho nominato fin qui: InMail, accesso all’elenco di chi ha visitato il profilo, ricerca senza limiti, insight aziendali e corsi on-demand. Nulla di più. Non è poco, ci mancherebbe, ma non ci sono altri segreti!
Gli abbonamenti Sales Navigator o Recruiter, invece, offrono strumenti specifici per questi obiettivi, che si traducono anche in piattaforme e interfacce separate da LinkedIn.com.
Non voglio entrare qui nel dettaglio, dico solo che valgono tutti i soldi che costano fino all’ultimo centesimo e anche più…se l’utente li utilizza! Quanti abbonamenti Sales Navigator ho visto fatti da persone che non hanno necessità di cercare attivamente nuovi lead 🙁
L’abbonamento Carriera, il più economico (e l’unico che non si può sottoscrivere annualmente, giustamente) è più semplice e ha qualche funzione specifica per chi cerca lavoro.
Ad ogni modo, cliccando sull’immagine qui sotto si può accedere al dettaglio dell’offerta Premium che è stata finalmente riordinata e resa comprensibile a tutti.
Quindi, LinkedIn Premium o Free?
Arrivato fin qui, hai sicuramente capito che non ci può essere una risposta univoca, ma che tutto sommato si può fare a meno di Premium con qualche accortezza, ma tutto dipende dall’obiettivo di ciascuno e dalla strategia che si è deciso di seguire.
Per chi vuole contattare direttamente e rapidamente persone non nella propria rete, le InMail sono irrinunciabili. Per chi vuole monitorare costantemente un settore, non è pensabile di avere limiti alla ricerca avanzata.
Il mio consiglio è: prima chiarisciti le idee su cosa vuoi ottenere su LinkedIn, quindi comincia ad utilizzarlo secondo una strategia e solo allora se cominci a “sbattere contro” i limiti dell’account free sfrutta i 30 giorni gratuiti (dovrai comunque inserire la carta di credito) e qualche giorno prima del termine decidi se proseguire.
40 o 50 euro al mese per un abbonamento Premium, possono avere un ROI (ritorno sull’investimento) eccezionale se se ne usano le funzionalità per il business, o possono essere uno spreco totale (e parliamo di 500€ l’anno, diciamo il costo per un week-end lungo!) che era meglio risparmiare se non se ne fa uso.