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Algoritmo LinkedIn 2025: guida completa a 360Brew (come funziona e cosa cambia)

Se negli ultimi mesi hai notato un calo significativo nella portata organica dei tuoi contenuti su LinkedIn, non sei solo. Io ricevo ogni giorno commenti e messaggi di qualcuno che si lamenta di questo!

La piattaforma sta silenziosamente implementato il più grande cambiamento degli ultimi anni: 360Brew, un modello di intelligenza artificiale fondamentale che sta trasformando radicalmente l’algoritmo.

In questo articolo di approfondimento, analizzeremo nel dettaglio cosa sia 360Brew, come funziona dal punto di vista tecnico, quali sono le differenze sostanziali rispetto al sistema precedente e quale impatto sta avendo – e avrà – sugli utenti LinkedIn, professionisti e aziende.

Attenzione: come spesso accade in questi casi le notizie ufficiali sono poche, i tempi di applicazione incerti e le conseguenze da valutare. In questo articolo abbiamo cercato di attenerci a fonti certe e di unire le osservazioni e l’esperienza che maturiamo sul campo lavorando con i nostri clienti.

Cos’è l’algoritmo LinkedIn 360Brew?

Il 360Brew è un foundation model di tipo LLM (Large Language Model), progettato dal team AI di LinkedIn per “unificare” sotto un unico sistema tutti i processi di personalizzazione che regolano il feed, le raccomandazioni professionali e gli annunci pubblicitari al suo interno.​

Questo significa che un unico modello gestirà:

  • la distribuzione dei contenuti nel feed (cosa vedi quando accedi a LinkedIn)
  • le raccomandazioni di persone (chi ti suggerisce di seguire)
  • il job matching (come LinkedIn abbina candidati a posizioni)
  • la distribuzione degli annunci (come raggiungono il pubblico i contenuti sponsorizzati)

Prima di 360Brew, ogni una di queste funzioni era gestita da sistemi separati, costruiti in anni diversi, con logiche diverse e molto spesso difficili da coordinare tra loro.

360Brew non è utilizzato da altre piattaforme social: è una tecnologia esclusiva di LinkedIn, addestrata su dati LinkedIn e pensata per ottimizzare tutte le esperienze degli utenti all’interno della rete professionale più grande al mondo.

Principali caratteristiche tecniche:

  • modello AI da 150 miliardi di parametri
  • input integrato da profili, contenuti, storicità delle interazioni e segnali di interesse
  • architettura “promptificata”: i dati vengono trasformati in istruzioni testuali valutate da AI

Se sei un nerd degli algoritmi ed hai competenze tecniche, puoi leggere questo documento ufficiale: https://arxiv.org/html/2501.16450v3

360brew algoritmo LinkedIn 2025

Cosa lo rende diverso

La vera innovazione di 360Brew non è semplicemente la scala (150 miliardi di parametri fa impressione!), ma il suo metodo di funzionamento: 360Brew utilizza l’interfaccia testuale.

Cosa significa? Significa che il modello legge effettivamente il testo: il tuo titolo professionale, la tua descrizione “About”, il contenuto dei tuoi post, i nomi delle aziende, le competenze, il contesto. Non conta semplicemente le interazioni, le comprende semanticamente.

Questo approccio consente a 360Brew di lavorare in modo più efficace.

  1. Generalizzare attraverso compiti diversi: la stessa comprensione del testo che aiuta il feed a capire la rilevanza di un post aiuta anche il job matching a capire se un candidato corrisponde a un ruolo.
  2. Gestire il “cold-start” problem meglio: gli utenti nuovi e i post nuovi sono più facili da classificare perché il modello legge il loro contenuto, non conta semplice interazioni (che i nuovi account non hanno ancora).
  3. Ragionare sul significato: se scrivi di “leadership digitale” e qualcuno cerca “trasformazione digitale”, 360Brew capisce la connessione, senza bisogno di keyword matching esatto.

Come funziona il processo di ranking

Comprendere il funzionamento interno di 360Brew ci aiuta a capire perché certi contenuti performano meglio di altri… e altri non funzionano proprio più!

Lettura contestuale di profilo e contenuto

Quando pubblichi un post, 360Brew legge contemporaneamente il tuo profilo e il tuo contenuto.

Del profilo ad esempi considererà questi aspetti.

Poi leggerà il tuo post per rispondere a queste.

  • Coerenza tematica: il post è allineato con la tua expertise dichiarata?
  • Chiarezza espositiva: le idee sono spiegate in modo comprensibile?
  • Profondità dell’analisi: il contenuto aggiunge valore o è generico?
  • Utilizzo di entità specifiche: menzioni di aziende, ruoli, strumenti, località concrete​

Questo processo di valutazione globale crea quello che potremmo chiamare un “profilo semantico” dell’utente. Se sei noto per parlare di FinTech e marketing B2B, un post sulla ricetta della carbonara vegana romperà questo schema e l’algoritmo, non sapendo a chi mostrarlo, lo limiterà fortemente.

360Brew vs. il vecchio algoritmo: le differenze

Aspetto Pre-2025 (Era LiRank) 360Brew (2025+)
Architettura Multi-stage, sistemi task-specifici, ingegneria manuale Foundation model unico, text interface, generalizzazione cross-surface
Come il modello comprende i contenuti Feature counting (like, commenti, velocità engagement) Lettura semantica del testo e ragionamento
Gestione dell’incertezza Difficile per nuovi utenti/post (cold-start problem) Migliore generalizzazione, cold-start ridotto
Segnali che contano Interazioni quantitative, network, dwell time Stessi segnali + chiarezza tematica, coerenza profilo, expertise
Personalizzazione contestuale Per-surface, soluzioni ad hoc Cross-surface, in-context learning (ICL) avanzato

 

Dal quantitativo al qualitativo, ovvero informazione contro vanity metrics

Il cambiamento più evidente per gli utenti riguarda il passaggio da un sistema orientato alle vanity metrics a uno che premia il valore informativo e la credibilità.​

Per anni, la visibilità su LinkedIn si è basata principalmente su segnali quantitativi: quanti like, quanti commenti, quanto velocemente arrivavano le interazioni, quanto tempo le persone passavano sul post. Questo ha creato una cultura delle “scorciatoie”, come i POD , richieste di commenti per lead magnet, automazioni con AI, commenti divisivi solo per ottenere visibilità.​

Con 360Brew, LinkedIn compie un salto qualitativo: il sistema analizza i contenuti nel dettaglio per promuovere quelli che effettivamente aggiungono valore, mostrandoli alle persone potenzialmente più interessate.

Infatti quello che chi produce contenuti di qualità sta osservando è che le visualizzazioni sono calate, ma le interazioni sono costanti o in crescita.

In sostanza, 360Brew premia contenuti che informano, istruiscono e promuovono con contenuti concreti, lottando contro le scorciatoie e le strategie superficiali.​ O almeno questo è quello che dovrebbe fare d’ora in poi!

Effetti del nuovo algoritmo LinkedIn nel 2025

Riportiamo qui alcune considerazioni che sono un mix di comunicazioni ufficiali, osservazioni empiriche e dati statistici rivelati da alcuni studi, come l’Algorithm InSight Report di Richard Van Der Blom.

L’Importanza delle prime righe

Pare che 360Brew dia molto più peso alle prime due frasi del post rispetto al resto del contenuto. Questo fenomeno è chiamato “lost in distance effect”: i punti che appaiono più avanti nel post hanno un peso minore nella valutazione complessiva.​

Se l’apertura è debole o poco chiara, il post potrebbe non raggiungere il suo pieno potenziale anche se il resto è eccellente. Questo spiega perché i “preamboli” di 5-6 righe prima di arrivare al punto stanno performando sempre peggio: 360Brew vuole vedere subito valore e chiarezza.​

E conferma un trend che potrebbe essere però anche dannoso: hook d’apertura eccessivamente ad effetto e poca sostanza nel resto del post.

Engagement qualitativo e Dwell Time

Dopo la pubblicazione, il sistema continua ad apprendere dai pattern di engagement. Ma non tutti gli engagement sono uguali.​

  • Chi interagisce: sono persone credibili nel settore? Hanno un profilo coerente con il topic?
  • Come si sviluppano le interazioni: i commenti aggiungono valore o sono generici?
  • Qualità delle conversazioni: si creano discussioni approfondite?

Il dwell time – il tempo che gli utenti passano leggendo e interagendo con il contenuto – pare sia diventato un fattore di ranking fondamentale. Commenti lunghi (secondo alcune ricerche oltre 15 parole) valgono molto più di commenti brevi, anche perché spesso portano a scatenare delle conversazioni. Reazioni rapide o commenti generici contribuiscono poco alla distribuzione.​

Un’altra metrica rilevante sono i salvataggi: quando qualcuno salva il tuo post, LinkedIn lo interpreta come contenuto di valore a lungo termine, mantenendolo visibile nel feed più a lungo rispetto a contenuti basati su reazioni rapide.​

Il problema del Cold-Start

Uno dei limiti storici dei sistemi di raccomandazione è la difficoltà di raccomandare contenuti quando ci sono pochi dati disponibili su un nuovo utente o un nuovo contenuto.​ Tecnicamente viene chiamato “cold-start problem”.

I modelli tradizionali faticavano con nuovi utenti, nuovi contenuti o contenuti di nicchia.

360Brew risolve questi problemi grazie alle sue capacità di comprensione semantica e ragionamento. Il modello può:​

  • elaborare informazioni testuali su nuovi membri e descrizioni dei contenuti per valutarne la rilevanza con alta precisione​
  • offrire vantaggio prestazionale anche per utenti con numero limitato di interazioni​
  • migliorare il matching per contenuti di nicchia se il linguaggio è chiaro e le entità sono specificate​

Gli effetti che stiamo osservando

La transizione a 360Brew sta producendo effetti visibili e misurabili sull’ecosistema LinkedIn.

Calo della portata organica

Molti utenti hanno notato negli ultimi mesi un calo significativo della portata organica. Analisi recenti mostrano che la reach media è diminuita più del 50% rispetto al picco del 2023.​

Questo calo non è casuale né temporaneo: è parte intenzionale del “reset” operato da 360Brew. Il nuovo sistema non punta a massimizzare le impressioni, ma a raggiungere le persone giuste con i contenuti giusti.​

LinkedIn si sta allontanando definitivamente dal modello degli altri social “ad uso personale”: non si tratta più di avere più follower, ma di raggiungere persone con gli attributi professionali corretti (settore aziendale, qualifiche professionali, dimensioni aziendali). La visibilità è diventata più selettiva, mostrando meno post a audience più ridotte ma più rilevanti.​

Questo rende ancora più importante la strategia dei collegamenti, ovvero scegliere il proprio pubblico in base alle caratteristiche professionali del profilo per mantenere una visibilità profilata per i propri contenuti. Collegamenti con professionisti del settore target, con ruoli decisionali rilevanti, con aziende della giusta dimensione diventano più preziosi di collegamenti casuali o numerosi.​

Limiti di frequenza

360Brew ha introdotto limiti silenziosi alla frequenza di pubblicazione: il sistema non mostrerà più post della stessa persona in una singola sessione del feed, anche se questi post hanno buone performance.​

Questo cambiamento penalizza chi pubblica molto frequentemente (addirittura più volte nella stessa giornata), favorendo invece chi pubblica contenuti di qualità con cadenza più distanziata. Il futuro appartiene alle micro-comunità: gruppi più piccoli di persone che interagiscono costantemente attorno a interessi comuni e si fidano sempre di più di chi pubblica post di valore.​

Priorità alla rilevanza

A metà 2025, LinkedIn ha confermato un cambiamento importante: il sistema ora è più propenso a mostrare post vecchi (anche di 2-3 settimane) se sono più rilevanti per i tuoi interessi professionali. Invece di mostrare solo il contenuto più recente, l’algoritmo considera la pertinenza tematica.​ E ce ne siamo accorti tutti!

Questo spiega perché molti utenti vedono ora “post datati” nel proprio feed: non è un bug, ma una feature voluta per aumentare la qualità dell’esperienza.​

Rilevamento dei pattern AI

360Brew sarà in grado di riconoscere contenuti generati con AI che seguono strutture o fraseologie prevedibili. Post che sembrano seguire template standard piuttosto che derivare da esperienza personale vedono la loro visibilità calare drasticamente.​

Dati recenti mostrano che contenuti generati con AI subiscono una riduzione del 30% nella reach e del 55% nell’engagement rispetto a contenuti scritti da esseri umani. Le immagini create con AI registrano fino al 70% di clic in meno.​

Il consiglio è di usare AI per brainstorming e struttura, ma sempre riscrivere con le proprie parole per mantenere autenticità e voce personale

Un esempio pratico

Mettiamo che tu sia un consulente di trasformazione digitale e pubblichi questo post:

“Quando parlo con CEO di PMI, una cosa che emerge sempre: loro vedono l’IA come una minaccia, non un’opportunità. Ma è perché non hanno ancora toccato con mano un caso d’uso concreto nel loro settore. Oggi ho aiutato un’azienda di food & beverage a ridurre il time-to-market del 40% usando GPT-4 per l’analisi dei trend. Hanno iniziato a capire. Se il vostro CEO ha il timore dell’IA, non è stupidità – è mancanza di esperienza concreta.”

Con il vecchio algoritmo (LiRank) LinkedIn vedrebbe: 1 immagine allegata, ~180 parole, poi aspetta le interazioni (like, commenti, shares). Se dopo un’ora arrivano 20 interazioni, spinge il post; altrimenti deprioritizza.

Con 360Brew LinkedIn legge e analizza il tuo profilo, valuta la qualità del post (es. se è clickbait o ben strutturato), considera la rilevanza tematica e stima il possibile engagement.

E quindi, prima ancora che il post riceva interazioni, 360Brew decide di mostrarlo a una base iniziale di persone molto probabilmente interessate: CEO di PMI, consulenti, persone che hanno recentemente postato o interagito su argomenti correlati.

Se quelle persone spendono 45 secondi a leggere il post (invece di scrollare in 2 secondi), il modello registra: “questo è contenuto di alta qualità per questo audience”, e lo amplifica ulteriormente.

Come ottimizzare la strategia con l’algoritmo LinkedIn 360Brew

Alla luce di tutti questi cambiamenti, ecco alcune raccomandazioni pratiche concrete.

Ottimizza il Tuo Profilo

Il tuo profilo è la prima cosa che 360Brew legge. Assicurati che:

  • sommario e sezione riepilogo siano chiari su cosa fai e di cosa parli​
  • competenze riflettano le tue vere aree di expertise​
  • Pilastri tematici siano evidenti

Apri con forza

Le prime due frasi sono cruciali:​

  • non fare preamboli di 5-6 righe prima di arrivare al punto
  • comunica subito il valore del post
  • usa un’apertura forte che catturi l’attenzione e comunichi chiarezza

Scrivi per Dwell Time e conversazione

Crea contenuti che invitino alla lettura approfondita e alla discussione.

  • Struttura chiara: usa bullet point, grassetti, sottotitoli e quando serve non usare troppa sintesi
  • Domande specifiche: chiedi esperienze o contro-argomentazioni precise​
  • Insight originali: aggiungi la tua prospettiva unica basata su esperienza​

Qualità e non solo quantità

Non pubblicare quotidianamente se non hai contenuti di valore!

  • Cadenza regolare ma non necessariamente giornaliera
  • Tempo di preparazione: dedica tempo a post che aiutino davvero le persone​
  • Revisione accurata: elimina frasi inutili, usa le tue parole​

Costruisci community

Concentrati sulla costruzione di relazioni autentiche.

  • Collegamenti strategici: scegli persone con caratteristiche professionali rilevanti​
  • Engagement reciproco: commenta in modo approfondito sui post altrui​
  • Coerenza nelle conversazioni: diventa una voce riconosciuta nel tuo settore

Errori da evitare

  • Inseguire vanity metrics (like/commenti non pertinenti)
  • Usare automazioni per engagement artificiale
  • Hashtag generici o eccessivi
  • Post casuali, impersonali, fuori dai propri contenuti principali

Conclusioni

360Brew non è una tendenza passeggera, è la nuova realtà fondamentale di LinkedIn. Il modello sta già influenzando la distribuzione di contenuti e annunci in modo significativo, e questo influenzerà solo per aumentare nei prossimi mesi.

La buona notizia? Il principio sottostante di 360Brew è in realtà semplice: LinkedIn vuole premiare chi è effettivamente esperto, sa comunicare chiaramente, e crea valore genuino. Non è una regola nascosta, è trasparente e logica.

Alessandro Gini
Alessandro Gini
Alessandro Gini è un formatore e consulente LinkedIn indipendente tra i primi in Italia. Dal 2013 quando ha avviato questo blog scrive articoli di divulgazione sul blog e aiuta professionisti ed aziende ad usare LinkedIn efficacemente. Le sue specializzazioni sono il personal branding, il social selling e l'advertising su LinkedIn. Nel 2024 è diventato il 1° e unico italiano a ricevere la certificazione ufficiale di LinkedIn® Certified Marketing Expert.

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