Sicuramente è capitato a tutti di commettere degli errori LinkedIn: una compilazione non completa del profilo, la foto delle vacanze al posto di uno scatto in un contesto lavorativo, post troppo promozionali che non ricevono interazioni, commenti sbagliati, una gestione della rete di collegamenti lasciata al caso.
LinkedIn, lo sappiamo, ha le sue regole e le sue logiche. Per sfruttare al meglio tutte le sue funzionalità (e potenzialità) è importante imparare ad usarlo correttamente ed evitare di fare alcuni errori che all’apparenza possono sembrare banali, ma che in realtà si possono rivelare altamente penalizzanti.
In questo articolo vi spieghiamo quali sono, secondo noi, gli errori LinkedIn più comuni da non evitare per avere successo e ottenere buoni risultati.
Indice dei contenuti
Errore LinkedIn n°1 – Avere più di un account
Sembrerà di poco conto, ma uno dei principali errori che si commette su LinkedIn è quello di avere un doppio account. Non è così raro, infatti, trovare doppi profili della stessa persona perché aperti in momenti differenti (dove uno, poi, viene inesorabilmente dimenticato) o pensati per distinguere, erroneamente, il profilo personale da quello aziendale.
Ricorda sempre che:
- su LinkedIn il profilo può essere solo personale, quindi deve essere necessariamente unico per non creare confusione;
- l’azienda non può avere un profilo, ma solo una pagina. Quindi su LinkedIn sono banditi tutti quegli account personali che vengono creati al posto della pagina aziendale. Per maggiori info sulle company page, leggi qua.
Errore LinkedIn n°2 – Non avere la foto del profilo o mettere un logo al posto della foto
LinkedIn è un social pensato per costruire relazioni. Non avere una foto o avere un logo aziendale al posto della foto è uno dei principali errori da non fare su LinkedIn.
La foto è importante perché mostra chi sei. Non avere una foto significa non dare informazioni chiare su di sé (pensiamo a quanti casi di omonimia possono esistere) e può essere penalizzante quando si postano dei contenuti perché non si è immediatamente identificabili (e riconoscibili) agli occhi tuo pubblico.
Su LinkedIn gli utenti vogliono vedere chi sei e come ti presenti per iniziare ad instaurare una relazione professionale con te.
Ma quando scegli la foto del profilo, sceglila bene:
- evita contesti goliardici o vacanzieri, foto in costume o con gli occhiali da sole;
- prediligi scenari neutri che diano un’impressione di te seria e professionale;
- NO al logo aziendale (il profilo personale non è la pagina aziendale).
E l’immagine di copertina?
Uno degli errori più sottovalutati su LinkedIn è quello di lasciare l’immagine di sfondo di default della piattaforma. In realtà, è vivamente consigliato sostituirla con uno sfondo personalizzato che racconti qualcosa di sé o dell’azienda per la quale si lavora. Qua può venir utile utilizzare un’immagine riconducibile all’identità aziendale per comunicare l’appartenenza ad una precisa realtà (si chiama employer branding).
Errore LinkedIn n°3 – Avere un sommario con solo il ruolo aziendale
Il sommario (o headline) è quel testo di 120 caratteri che si trova sotto il nome e cognome ed è il testo più importante per far capire velocemente cosa facciamo realmente.
Uno degli errori più tipici da non fare su LinkedIn è quello di inserire nel sommario la sola qualifica in azienda.
Considera che il sommario è il primo testo che viene letto prima ancora che qualcuno decida di cliccare sul nostro profilo. Insieme al nostro nome e alla nostra foto è il testo che potrà convincere qualcuno che siamo la persona che sta cercando e ha dunque un ruolo strategico nell’attivazione di nuovi collegamenti.
Quindi, nella compilazione, cerca di scrivere cosa sai fare e cosa puoi fare per il tuo interlocutore e come. Per approfondimenti su cosa scrivere nel sommario leggi qua.
Errore LinkedIn n°4 – Non avere un riepilogo (o averlo fatto male)
Ma cos’ è il riepilogo? Il riepilogo è la descrizione che si trova subito dopo il sommario e rappresenta il biglietto da visita con cui ci presentiamo al nostro target. E’ un’importante vetrina di presentazione (gratuita) che ci mette in luce agli occhi di aziende o clienti e che permette di farsi notare (al meglio). Per questo è necessario che sia ben curato nella forma e nella sostanza.
Uno dei classici errori da non fare su LinkedIn è non compilare il riepilogo, oppure scriverlo ma in maniera disorganizzata e poco chiara.
Quindi, in sintesi:
- No ai muri di testo
- No a descrizioni/racconti troppo lunghi e dettagliati
- No a frasi scontate e non differenzianti (“esperto in”, “consulenza a 360°”)
- Sì a parole chiave che connotano un settore/competenza
- Sì a elenchi puntati e spaziature che agevolano la lettura
- Sì a paragrafi snelli e chiari con eventuale call to action finale
Se vuoi alcuni consigli su come scrivere un riepilogo efficace, leggi qua.
Errore LinkedIn n°5 – Avere troppe competenze (o non averne)
LinkedIn permette di elencare fino a 50 competenze nel proprio profilo. L’ideale sarebbe avere almeno 10/15 competenze e inserire le principali tra le prime 3.
Non indicare le proprie competenze è un po’ come sottovalutarsi e non far emergere le proprie potenzialità. Viceversa, indicarne troppe equivale a mettere in dubbio la propria credibilità (non si può essere esperti e competenti in tutto).
Errore LinkedIn n°6 – Non valorizzare le proprie esperienze lavorative
Un altro degli errori più comuni da non fare su LinkedIn è quello di inserire le proprie esperienze lavorative in formato elenco, senza dare un valore aggiunto al proprio background.
Scrivere solo il nome delle società per cui si è lavorato con le date di inizio/fine, senza spiegare brevemente l’azienda, quale è stato il proprio ruolo, quali clienti/aspetti sono stati gestiti e quali obiettivi sono stati raggiunti è del tutto riduttivo e inefficace.
Su LinkedIn è fondamentale saper organizzare le informazioni in maniera chiara e intuitiva, raccontando qualcosa di sé e facendo emergere le proprie capacità.
Inoltre è sempre consigliabile aggiungere prestazioni, link ai siti delle aziende per cui si è lavorato, foto e/o video che testimoniano la propria specializzazione in un determinato ambito.
L’obiettivo è quello di attirare l’interesse degli utenti, per invitarli a chiederci il collegamento ed entrare in contatto con noi.
Errore LinkedIn n°7 – Collezionare collegamenti o, al contrario, avere una rete troppo ristretta ai soli conoscenti
La vera ricchezza di LinkedIn è il network e i collegamenti di 2° grado, cioè i contatti dei nostri collegamenti diretti.
Spesso questo aspetto viene sottovalutato e si delineano 2 macro tendenze opposte, che rientrano tra gli errori più comuni da non fare su LinkedIn:
- estendere a chiunque il collegamento, senza valutare se l’utente che vuole entrare a fare parte del nostro network è in target con i nostri obiettivi o può essere in qualche modo un contatto strategico o utile;
- limitare i collegamenti solo ad amici, colleghi e conoscenti senza permettere a chi non ci conosce di entrare a far parte della nostra rete. LinkedIn nasce con uno scopo differente rispetto agli altri social: qua la relazione professionale è la parola chiave per entrare in contatto con persone che potrebbero diventare i nostri prossimi clienti.
Ricorda, quindi, che su LinkedIn è molto più proficuo coltivare collegamenti anziché collezionarli.
Errore LinkedIn n°8 – Non personalizzare il messaggio nella richiesta di invito a collegarsi e/o non rispondere ai messaggi privati
Quante volte ti è capitato di personalizzare i messaggi per le richieste di collegamento?
Di solito la maggior parte di noi, per semplicità, richiede il collegamento senza personalizzare la nota di invio. Può sembrare un “non-problema”, ma un uso efficace di LinkedIn prevede l’opposto.
Ricorda: dedicare del tempo per mandare un messaggio diretto e personalizzato alla persona che vorresti entrasse a far parte del tuo network è un sinonimo di vero interesse, da cui può nascere più facilmente una relazione costruttiva.
Un altro errore da non fare su LinkedIn è lasciare i messaggi inviati in privato da qualche nostro collegamento senza risposta. Anche se magari l’argomento non è di nostro interesse è buona educazione dare sempre una risposta ai nostri interlocutori, almeno per cortesia.
Errore LinkedIn n°9 – Non pubblicare mai post e non interagire con i contenuti pubblicati da altri
Su LinkedIn bisogna essere attivi. Esserci e non fare alcun tipo di attività non ha molto senso, perché non viene meno la propria visibilità.
Un classico errore che si commette spesso è quello di creare un profilo e poi abbandonarlo a se stesso, dimenticandosi che LinkedIn è un social network.
Non basta avere un buon profilo per emergere. Su LinkedIn, l’abbiamo detto tante volte, occorre “sporcarsi le mani” per ottenere risultati. Quindi:
- lavora al tuo personal branding in ottica di inbound marketing
- pubblica contenuti utili e di qualità per attirare l’interesse degli utenti
- definisci il tuo posizionamento per essere percepito come un esperto del tuo settore
- sii costante nella tua attività: pubblica con frequenza, commenta consiglia o condividi post o articoli di altri
Errore LinkedIn n°10 – Pubblicare solo post promozionali
Infine, tra gli errori più temibili da non fare su LinkedIn c’è il tema della promozione e della vendita. Ecco alcuni consigli per non sbagliare:
- NO pubblicare solo post promozionali
- NO chiedere il collegamento e inviare subito dopo messaggi privati per vendere un prodotto o servizio
- SI parlare del contesto in cui si inserisce un prodotto/servizio
- SI pubblicare post con consigli pratici su un determinato argomento (come fare per… usando il prodotto/servizio che puoi offrire)
- SI condividere articoli che parlano di un tuo prodotto/servizio spiegandone i benefici
Ormai lo hai capito: su LinkedIn non si vende, ma si può fare un’efficacissima attività di social selling, mettendo le proprie capacità a disposizione della rete per costruire relazioni di valore.
Adesso che sai quali sono i principali errori da non fare su LinkedIn non hai più scuse! Mettiti al lavoro per curare il tuo profilo, coltivare la tua rete di collegamenti e pubblicare contenuti di valore.