Pare che LinkedIn® ultimamente sia sempre più attento a far rispettare limiti e regole, e molti utenti si trovino con l’account LinkedIn bloccato o sospeso, o con alcune funzioni limitate.
Chiariamo subito che quando LinkedIn interviene con limiti o restrizioni lo fa per due possibili motivi:
- motivi commerciali, ovvero vuole “fare cassa”
- motivi di sicurezza, ovvero vuole limitare utilizzi potenzialmente dannosi fuori dal contratto di licenza
Nel primo caso in realtà non si incorre quasi mai nell’impossibilità di accedere al profilo, mentre nel secondo è più facile avere il profilo LinkedIn bloccato o sospeso, ovvero non poter fare login su LinkedIn ed accedere al profilo, alla rete dei collegamenti o leggere il newsfeed.
Vediamo quali sono quindi i limiti da conoscere, dicendo però fin da subito che (purtroppo) LinkedIn® non è mai esplicito sui numeri e le regole. Quindi di seguito mi rifarò, oltre alle fonti ufficiali, anche alle informazioni di utenti che hanno condiviso la loro esperienza negativa.
Indice dei contenuti
Limiti commerciali
Il principale limite imposto agli utenti gratuiti, che non hanno l’abbonamento Linkedin Premium, è legato alla ricerca per persone.
Non solo per il fatto che i campi e filtri da utilizzare sono solo una parte di quelli disponibili per Sales Navigator (giusto per fare un esempio), ma anche perché esiste un numero limitato di ricerche che si possono fare in un mese solare.
Come anticipato LinkedIn non dichiara questo numero, e pare che possa variare in base agli utenti e all’utilizzo che hanno fatto della ricerca nei mesi precedenti. Incrociando la mia esperienza con alcune fonti ho stimato un numero di circa 100 pagine di ricerca (con 10 risultati) al giorno per gli account base.
Prima di raggiungere questo limite comunque LinkedIn avvisa che ci si sta avvicinando, così da poter moderare l’attività di ricerca o cominciare a valutare di passare a Premium.
Raggiunto il limite si potranno fare ancora ricerche, ma le pagine saranno limitate a pochi risultati.
Entrano nel conteggio tutte le ricerche, da desktop e da mobile, per parole chiave o qualifica, anche i profili suggeriti e la sezione “Altri profili consultati” o l’elenco dei dipendenti di un’azienda.
Non contano invece le ricerche per nome e cognome.
Perché questo limite? Perché LinkedIn presume che facendo numerose ricerche al mese l’utilizzo è “commerciale”, cioè per cercare clienti o candidati. E quindi richiede di passare a Premium.
In ogni caso il 1° giorno del mese successivo la restrizione sarà revocata e ripartirà un nuovo conteggio.
Limiti di sicurezza
LinkedIn sorveglia le nostre attività per essere sicuri che gli utenti non compiano azioni che violino il contratto di licenza, come attività di spam o azioni massive compiute tramite bot (ad esempio come Linked Helper).
Tra le attività monitorate in questo caso contano:
- numero di profili visitati in un giorno
- richieste di collegamento inviate
Quando vengono supposte o rilevate attività di questo tipo si incorre in una sospensione del profilo che può essere temporanea o definitiva, che lascia l’utente privo di ogni possibilità di appello, solo in attesa che la situazione cambi. Vediamo nel dettaglio le due attività monitorate.
Profili visitati al giorno
Non esiste un numero dichiarato, secondo alcuni sono 100, secondo altri il triplo.
Per non incorrere in sospetti di utilizzo fraudolento il suggerimento è di non andare oltre 100 profili visitati in un 24 ore e di non farlo per troppi giorni consecutivi.
Se si usa un bot (formalmente vietato da LinkedIn), meglio impostare un limite a 70 o 80 profili da visitare automaticamente in un giorno, così da tenerne qualcuno di margine per le attività manuali.
Inviti di collegamento inviati
Non esiste un vero e proprio limite giornaliero, che dovrebbe essere però intorno a 50-80 richieste di collegamento inviate al giorno.
Superato questo limite LinkedIn potrebbe richiedere di inserire un captcha per verificare che non sia l’attività di un robot.
Esiste anche un limite globale non dichiarato di 3000 inviti di collegamento a disposizione per ogni profilo (mentre il limite di collegamenti che si possono avere, conteggiando le richieste ricevute e accettato, è 30.000). Non ho mai potuto potuto verificare questo caso, ma pare che raggiunto questo limite non si potranno fare altre richieste di collegamento se non chiedendo all’assistenza ulteriori inviti a disposizione.
Parlando di inviti però il vero tema è fare in modo di non ricevere un numero eccessivo di rifiuti. Questo infatti può far incorrere in alcune limitazioni alle richieste di collegamento.
In altri casi le richieste vengono del tutto inibite ed è richiesto di sottoscrivere nuovamente il contratto di licenza.
Il suggerimento è di contenere il numero di richieste di collegamento alla persone non conosciute e di ritirare le richieste rimaste in sospeso dopo alcune settimane.
Ai profili visitati e alle richieste di collegamento è giusto aggiungere che LinkedIn verifica con attenzione ogni altra attività che possa essere considerata rischio, come un numero eccessivo di richieste continuative ai server dallo stesso profilo (spesso generate da attività massive o bot).
Se il sospetto di utilizzo fraudolento è grave, o se si incorre più volte in una limitazione di sicurezza, la restrizione arriva fino all’impossibilità di fare login su LinkedIn, e quindi di avere il profilo bloccato.
Cosa fare in questi casi?
Non molto purtroppo, se non aspettare che le verifiche di Linkedin portino ad un risultato e arrivi un’email che segnali la riattivazione del profilo o chieda, ad esempio, di sottoscrivere nuovamente il contratto di licenza.
Finché il profilo è bloccato non è possibile accedere al centro di assistenza per aprire un ticket, ma è possibile rispondere o sollecitare un ticket aperto in precedenza via email, rispondendo all’email ricevuta dal centro assistenza.
Non esiste un indirizzo email o numero di telefono per contattare LinkedIn in questi casi, ma solo un indirizzo postale irlandese.
Un’opzione che alcuni hanno usato con successo è stato aprire un profilo temporaneo, utilizzando il proprio nome e cognome ed un differente indirizzo email e da lì aprire un nuovo ticket a LinkedIn.
E’ una via alternativa, non corretta al 100%, ma dopo diversi giorni di blocco potrebbe essere la strada migliore.
Con questo articolo ho voluto approfondire chiarire i motivi e cosa fare in caso di account LinkedIn bloccato sospeso.
Il punto, quindi, in conclusione è che finché si mantiene un utilizzo corretto e si opera nei termini del contratto di licenza non si rischia nulla, al netto di eventuali errori di valutazione dei sistemi di controllo automatico di LinkedIn. 🙂
Ricordo ancora che le comunicazioni ufficiali da parte di Linkedin sono poche e non dettagliate, e che molte indicazioni riportate in questo articolo nascono dall’esperienza di utenti che si sono trovati in queste situazioni.